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Strumenti e Metodi di Sterilizzazione dei Dispositivi Medici
In ambito ospedaliero e scientifico la prevenzione in termini di rischio di infezione è davvero fondamentale e si effettua attraverso la sterilizzazione.
Letteralmente quindi, il concetto di sterilizzazione racchiude qualsiasi processo fisico o chimico che porta alla distruzione di ogni tipo di microrganismo o agente biologico potenzialmente patogeno.
Diventa quindi un momento chiave nel perfetto funzionamento di sale operatorie o laboratori chimici.
Andiamo a vedere i diversi metodi di sterilizzazione comunemente utilizzati.
L’importanza della sterilizzazione in ambito medico
Di fatto, deve essere sottoposto a un processo di sterilizzazione qualsiasi strumento che viene in qualche modo a contatto con l'organismo umano, in particolare con le sue mucose o cavità sterili, per evitare il rischio di infezione e contaminazione.
La sterilizzazione di strumenti chirurgici si può effettuare in diverse modalità. I quattro principali agenti sterilizzanti sono con vapore saturo, ossido di etilene, acido peracetico e perossido di idrogeno.
La tecnica della sterilizzazione a vapore saturo sfrutta l’azione del vapore fluente, scaldato fino a 134°, per una durata dai 5 ai 7 minuti. È la modalità più utilizzata in quanto il calore umido è il mezzo più sicuro, economico e meno inquinante tra tutti i metodi di sterilizzazione.
L’ossido di etilene è un altro ottimo agente sterilizzante, ma può essere utilizzato solamente in ambito medico/ospedaliero data la sua alta infiammabilità, oltre che tossicità, e solamente da personale formato e specializzato.
Si tratta di un gas che impregna a lungo gli oggetti trattati, che proprio per questo motivo devono poi essere a lungo lasciati in ambienti areati per favorire l’eliminazione di questo sterilizzante. Tramite alchilazione l’etilene si sostituisce a livello atomico alle particelle dei microrganismi potenzialmente infettanti, causandone la morte.
Oltre alla sua tossicità, altre controindicazioni per questo metodo sono sicuramente gli alti costi e i tempi lunghi, tanto che spesso le aziende ospedaliere si affidano a una gestione esterna di questo tipo di sterilizzazione.
Un ulteriore agente chimico utilizzato nei processi di sterilizzazione è l’acido paracetico. In questo caso si immerge l’oggetto in una soluzione con l’acido e con pH neutro, in un’apparecchiatura a circuito chiuso. Anche in questo caso però la sostanza, che pure è ottima come germicida, presenta un’elevata tossicità che ne vieta l’uso a operatori non correttamente formati.
Bisogna poi considerare che non tutti i tipi di materiali si prestano a un processo di sterilizzazione con acido paracetico. Risulta invece particolarmente indicato per il trattamento di dispositivi diagnostico-terapeutici mini invasivi (ad esempio gli endoscopi) che possono essere immersi in una soluzione liquida.
Infine, è possibile la sterilizzazione di ferri chirurgici anche utilizzando il perossido di idrogeno, sotto forma di gas plasma o vapore. Sono davvero molti i materiali che possono essere disinfettati con questo gas, dalla plastica ai metalli, fino a componenti elettronici anche molto delicati come gli attrezzi deputati alla microchirurgia.
Si tratta di un metodo di sterilizzazione molto avanzato. Si utilizza il perossido di idrogeno in un campo elettrico molto forte, che permette di staccare gli elettroni dalle particelle di perossido trasformandole in radicali liberi, che a loro volta hanno un’altissima capacità di danneggiare le membrane cellulari degli agenti patogeni, risultando quindi essere un perfetto germicida.
La sterilità con questo sistema può durare fino a 12 mesi e oltretutto non presenta rischi per gli operatori, visto che il gas è formato solamente da acqua e ossigeno e si può utilizzare a una temperatura di 40-45° C.
I principali strumenti per la sterilizzazione
I principali apparecchi per la sterilizzazione sono 3, le autoclavi, le lampade germicide e le sterilizzatrici.
Parallelamente a questi si utilizzano anche particolari indicatori chimici e biologici utili a tenere monitorato tutto il processo di sterilizzazione.
Una grande responsabilità in questo senso ce l’ha l’operatore, che ha il compito di controllare tutto il materiale medico prima che venga utilizzato, preoccupandosi della sterilizzazione degli strumenti e conoscendone perfettamente modalità e funzionamento.
Si deve sempre operare quindi in sicurezza, per la salute del paziente ma anche del team di professionisti che interviene.
Le autoclavi
Le autoclavi sono degli apparecchi adatti a effettuare una sterilizzazione a vapore. Sono costituiti da una camera di sterilizzazione, circondata da un’intercapedine, e da una pompa aspirante necessaria a rimuovere l’aria dalla camera. Ci sono poi una o due porte contrapposte a chiusura stagna e l’intero apparecchio è ricoperto da una pannellatura d'acciaio.
Ne esistono di differenti tipologie e dimensioni, dotate di tecnologie sempre più sofisticate.
Prima del loro utilizzo, è bene effettuare dei cicli di controllo predisposti, che servono per verificare la loro tenuta e la penetrabilità del vapore.
Un normale ciclo di sterilizzazione a vapore è composto da tre fasi, riscaldamento, sterilizzazione vera e propria e asciugatura con bilanciamento barico.
L’autoclave quindi si riscalda con dei cicli a vuoto che hanno il compito di svuotare l’aria all’interno della camera. Dopodiché inizia l’iniezione del vapore, che varia per pressione e temperatura a seconda del materiale che si deve sterilizzare.
Segue una fase di mantenimento impostata a computer nella quale sono inseriti i presidi da sterilizzare. Il vapore fa il suo dovere per il tempo necessario.
La fase finale di asciugatura e bilanciamento barico prevede un ciclo a vuoto che elimina il vapore e favorisce l’asciugamento del carico, rimuovendo anche il vapore condensato.
Uno strumento ancora umido infatti può facilmente essere contaminato da parte di microbi ambientali. Infine, segue un bilanciamento barico che permette il ritorno alla pressione atmosferica corretta all’interno della camera.
Sono disponibili anche diversi accessori e pezzi di ricambio per le autoclavi a vapore, come per esempio dei container forati che possono essere inseriti nell’autoclave e non permettono all’operatore di toccare direttamente gli strumenti da sterilizzare.
La sterilizzazione è un processo davvero particolare e dedicato, che va controllato costantemente secondo parametri ben definiti. proprio per questo esistono particolari indicatori chimici e biologici che attestano la correttezza dei valori nel corso del processo.
Gli indicatori chimici possono essere di processo, da applicare all’esterno di ogni contenitore da sterilizzare, o di sterilizzazione variabili con la temperatura da inserire all’interno. Gli indicatori biologici invece, in forma di strisce, contenenti spore che riescono ad evidenziare il livello di sterilizzazione di un materiale.
Le lampade germicide
Un altro strumento utilizzato nei processi di sterilizzazione è la lampada germicida.
L’eliminazione di agenti microbiologici potenzialmente patogeni viene effettuata con l’irradiamento del materiale con raggi ultravioletti tramite una lampada, da posizionare in un’apposita cabina.
Si tratta di un apparecchio di dimensioni ridotte, che può variare di potenza e consumi, facilmente spostabile.
Risulta essere particolarmente utile per mantenere la sterilizzazione effettuata magari con un’autoclave. I raggi UV infatti non riscaldano i materiali che sono quindi sempre pronti all’uso. Un sensore spegne automaticamente la lampada all’apertura dello sportello, non esponendo quindi ai raggi UV l’operatore.
Le sterilizzatrici
Le macchine sterilizzatrici sono invece delle macchine che eseguono il processo di sterilizzazione utilizzando altre modalità. Ne esistono in commercio ad aria calda, che operano attraverso la termoventilazione del materiale, garantendo quindi una sterilizzazione a secco.
Esistono poi delle sterilizzatrici a biglie, raccomandate per la sterilizzazione di materiale ambulatoriale, che garantiscono un processo veloce (un paio di minuti) per piccoli strumenti chirurgici come per sonde e specchietti. Sono molto indicate per studi odontoiatrici ma anche veterinari o di tatuatori e saloni di bellezza. Operano a una temperatura di 230°, che garantisce la distruzione dei possibili microrganismi presenti.
Le migliori sterilizzatrici su Securlab
Securlab da più di 20 anni è leader nel mercato dei prodotti medicali e propone una vasta gamma di strumenti e accessori per effettuare una corretta disinfezione di strumenti chirurgici tramite sterilizzazione.
Abbiamo visto come questo processo sia fondamentale per salvaguardare la salute dei pazienti come anche degli operatori, e proprio per questo motivo deve essere effettuato solo con macchinari di alta qualità, forniti dai migliori produttori del settore.
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